Perchè nasce

Storia di una persecuzione professionale.

E’ naturale sbocco di un percorso professionale in cui nella prima parte è preponderante l’impegno, l’entusiasmo e la consapevolezza del compito e del valore sociale insito nella mia professione di consulente assicurativo INA.

Lavoro svolto con tenacia e dedizione, abbinata ad una grande creatività. Essa mi ha portato a costruire un nuovo modo nell’accompagnare la clientela nel percorso previdenziale.

Questo nuovo prodotto denominato BAM acronimo degli ideatori (Belluscio…) viene testato sulla clientela della più grande agenzia di Milano (Futuro Donna srl) ottenendo un grande riscontro, tanto da indurre la Compagnia a distribuirlo a livello nazionale, denominandolo “PREMIATA FEDELTA’ INA”.

Il contesto storico in cui nacque l’idea, che era alla base della mia ricerca, era di arrestare l’emorragia e il depauperamento del portafoglio delle polizze vita.

Erano anni in cui il boom immobiliare e borsistico (1998) induceva la clientela a un vera e propria frenesia verso gli ipotetici guadagni finanziari e per inseguire queste nuove esigenze cancellava e dimenticava le finalità che avevano consentito di accantonare i propri risparmi nelle polizze, confidando attraverso questo strumento, sulla difesa del proprio risparmio e una pensione integrativa.

Bisognava arrestare questo scempio. Io lo feci attraverso le mie convinzioni ed entusiasmo professionale, tanto da essere premiato ed indicato come fulgido esempio e mi fu promessa una brillante carriera.

Purtroppo intervennero fatti privati a vanificare il mio impegno ed inoltre, dopo aver reclamato i miei diritti sul lavoro e sul progetto, mi vidi estromesso perché altri potessero godere di questo mio frutto; ma la cosa più sconvolgente è essermi accorto che questo mio lavoro veniva subdolamente usato per creare raccolte artificiose di risparmi in modo da “approvvigionare” gli appetiti degli agenti sultani e dei loro giannizzeri produttivi.

Non potevo rimanere inerme di fronte a una così devastante ed organica campagna commerciale da farla impallidire nei confronti le invasioni delle locuste di biblica memoria.

Sono stato costretto a farne di questa piaga una denuncia molto forte, ho percorso molta strada, ho bussato a molte porte ed ho conosciuto la vigliaccheria di interi strati della società italiana sia economica, politica e professionale.

Nessuno di costoro ha raccolto la mia denuncia ed il mio grido di aiuto; non mi restava altro che un’azione eclatante, ed io con grande coraggio misto a tremore, decisi di partecipare all’assemblea azionisti delle Generali Assicurazioni tenutasi a Trieste il 24/04/2003.

In quell’occasione di fronte ad un uditorio gremito dai più grossi personaggi del mondo della finanza, lanciai il mio circostanziato grido d’allarme per quello che stava avvenendo a Milano e prodursi seduta stante i nominativi di questi protagonisti, misi in guardia i vertici della compagnia che insieme alla clientela, il vero bersaglio finale di queste locuste era la Compagnia.

Fui vanamente interrotto e larvatamente minacciato ma non me ne curai, la mia foga oratoria era al culmine e sfidai chiunque a produrre documenti che confutassero quello che io sostenevo. Ricordando a tutti che questo “modus operandi” che aveva degli attori ben definiti, veniva lugubremente denominato OPERAZIONE MEDUSA.

Il risultato fu di aver destato i servizi ispettivi delle Generali SPA, che nella persona del Dott. Nicoletti accompagnato da altri due ispettori, mi convocò, ambiguamente, in una stanza di un albergo milanese per raccogliere con più dovizia la mia denuncia.

In data 22/12/2004 viene revocato il mandato “ad notum” agli agenti generali INA (BCF SRL), mi viene comunicata la notizia, scusandosi per il ritardo..(sigh!).

In tutto questa faccenda sono stato sottoposto ad angherie, minacce e mi è stato impedito di rientrare nella mia Compagnia, inoltre sono stato sottoposto a querele che hanno sortito l’effetto, dopo ben cinque anni con sentenza definitiva, che i miei persecutori, con i loro prestigiosi apparati legali, non si sono neanche presentati all’udienza tenutasi a Trieste.